Lo Sport come investimento sociale, culturale e comunitario.

Questo il filo conduttore dell’incontro promosso presso il Centro Sportivo di Villazzano dai tre candidati giovani di Campobase Silvia Orri, Anastasia Facchinelli e Davide Demozzi.

Le parole chiave emerse sono: educazione, giustizia sociale, possibilità, lotta alle mafie.

La “cassetta degli attrezzi” di chi promuove ed insegna le pratiche sportive (e delle stesse famiglie) è variegata in base a come si intendono i valori fondanti della società: si può puntare sullo sport delle sole performance competitive oppure intenderlo come strumento attraverso il quale le giovani generazioni possano apprendere ed esternare atteggiamenti e messaggi di uguaglianza e di legalità.

La testimonianza di Giuseppe Falco, mister della giovanile calcio di Caivano (NA) , è risultata una rivendicazione dei diritti fondamentali dei minori. Portare avanti l’attività di una squadra di calcio in un territorio martoriato da criminalità , disoccupazione giovanile, dispersione scolastica, degrado urbano, significa anche cercare di innescare percorsi di inclusione sociale, lotta alla marginalità ed alla microcriminalità; non solo sport insomma.

Per Francesco Rigitano, fondatore dell’associazione Don Milani e Presidente di una Scuola Calcio di Gioiosa Ionica (Locride), serve una formazione di stampo “educativo” per allenatori, che aiuti ad incanalare l’autostima di ragazzi e ragazze verso l’assunzione di responsabilità dei confronti degli altri piuttosto che alla corsa al risultato. Lo sport va inteso come un momento di condivisione, di aggregazione, e di conoscenza reciproca la cui finalità ultima è quella di giocare “con” te e non “contro” di te.

Per Giorgio Torgler, già presidente – per 16 anni – del CONI Trentino, la capillarità dello sport nei vari ambiti della quotidianità potrebbe essere fonte inesauribile di relazioni, collante tra le generazioni, esempio di quei “patti di corresponsabilità” che mirano alla condivisione dei beni comuni. Più sport a scuola, quindi, e nei luoghi pubblici.

Si è trattato di un incontro in cui impegno civico, rispetto tra persone ed attività motoria sono diventati concetti che si intrecciano e possono indicare un percorso oltre gli egoismi e le rotture tra le generazioni.

“Abbiamo ben viva e presente la consapevolezza che lo sport può fungere da vero collante per la nostra Comunità, capace soprattutto di trasmettere valori e modelli di comportamento e di vita più o meno virtuosi – hanno detto Silvia Orri, Anastasia Facchinelli e Davide Demozzi – e per questo lo sport deve trovare il proprio spazio nel dibattito politico attraverso programmi elettorali che valorizzino e supportino le realtà presenti e attive sul territorio locale e ne stimolino la valenza pienamente educativa”.

Campobase giovani interpreta lo sport come un importante “fatto sociale”, in grado di contribuire a modellare una società che veda nella diversità un’occasione di conoscenza reciproca e di crescita personale, in cui la forza della passione è in grado di abbattere stereotipi e pregiudizi che spesso ostacolano il nostro essere Comunità.