Leggo con una certa attenzione il dibattito che si sta generando attorno alla decisione della Giunta Provinciale di abbandonare il progetto di spostamento dell’ospedale di Fiemme proposto dalla MAK a Masi di Cavalese. 

Naturalmente sono lieto di questa ritirata da parte della giunta Fugatti e dei suoi sostenitori locali che è stata resa possibile per la fiera opposizione della nostra gente, un’opposizione netta ad una proposta irricevibile, poco trasparente, forzata in ogni parte del procedimento. Una proposta che ha fatto emergere l’interesse di parte più che il bene della nostra Comunità e che ha lacerato la nostra valle mettendo i Comuni gli uni contro gli altri e creando nei cittadini un senso di grande sfiducia nelle istituzioni. 

Ora, si dice, si riparte da capo in base al confronto con i territori. Eh no caro Presidente Fugatti! Niente di più ipocrita. Si riparte da capo perché il piano di marketing a sostegno del nuovo progetto ed a scapito del precedente, entrambi “nuovi ospedali”, presentato alla malaparata come processo partecipativo di localizzazione, faceva acqua da tutte le parti. Ma grazie a questa vostra incapacità abbiamo perso 5 anni! 

Si è buttato via tempo prezioso, sono più che raddoppiati i costi e decuplicati gli interessi sui finanziamenti. Mentre le risorse disponibili sul bilancio provinciale pari a 32 milioni di euro per la ricostruzione dell’ospedale esistente, nel sito attuale, sono stati impiegati a beneficio di altri territori. Questo è il disastro a cui abbiamo dovuto assistere grazie a tanta superficialità ed incompetenza. 

Di questo qualcuno dovrà rendere conto ai cittadini a Trento come in Valle di Fiemme. 

Si faccia tuttavia grande attenzione. Pur accantonando il progetto MAK a Masi di Cavalese, Fugatti e la sua Giunta tornano alla carica con la cittadella della salute da 200 milioni, pronta per essere cavalcata con un nuovo project in mano ai privati e cercando di mettere sul piatto dell’affare immobiliare anche l’area attuale dove sorge l’ospedale senza la minima idea di come riconvertirla e con quali obiettivi. 

Purtroppo temo che anche questa ripartenza, buona per il particolare periodo elettorale, possa poi essere governata da Trento come la precedente. 

Dalla Giunta Provinciale e dalle istituzioni locali la nostra gente chiede chiarezza su che cosa si vuole fare dei servizi dentro l’ospedale di Cavalese che sono sempre meno, sempre più fragili, sempre meno disponibili. Di questo bisognerebbe parlare con buona pace anche del Consigliere Guglielmi capace di usare la questione per dividere Fiemme da Fassa anziché per costruire una soluzione comune che tenga conto della storia che lega queste Comunità di montagna e dei servizi da offrire alla nostra popolazione. 

Personalmente continuo a pensare che l’ospedale di Fiemme a Cavalese debba essere sistemato, ricostruito o ristrutturato nel sito esistente rifiutando il consumo di ulteriore suolo, con costi inferiori e eventualmente ragionando su modalità di miglioramento della viabilità di collegamento con il fondovalle. 

Una strada basata sulla concretezza e sulla volontà della maggioranza dei consiglieri comunali e della gente di Fiemme che si è battuta contro questo modo di agire e che pretende un cambiamento netto nelle scelte pubbliche e nel metodo di fare politica.

 

Michele Malfer Candidato per Campobase Fiemme