Accrescere la capacità innovativa: cultura, istruzione, formazione e ricerca

Cultura. Le nostre linee guida con cui intendiamo incontrare e confrontarci con il ricco e vitale mondo della cultura trentina.

Sostenibilità e qualità della cultura, sia come manifestazione della diversità culturale trasmessa dalle generazioni precedenti sia come risorsa per lo sviluppo culturale, sociale, ambientale ed economico sostenibile. La conservazione, la ricerca, le attività educative e il trasferimento di conoscenza, il finanziamento, la governance partecipativa e l’interpretazione contemporanea sono settori cruciali che trarranno beneficio da un approccio strategico globale. Il ruolo dell’Autonomia, nella sua articolata configurazione, deve quindi essere quello di creare le migliori condizioni di crescita e di diffusione dell’ampio insieme delle risorse culturali del Trentino, le associazioni e le istituzioni in primo luogo, senza trascurare le crescenti valenze professionalizzanti e la funzione civica della cultura.

Coesione e benessere. L’accesso alla cultura e la partecipazione alla vita culturale promuovono l’emancipazione individuale, la coscienza democratica e la coesione sociale mediante gli scambi con gli altri e l’impegno civico. Oltre all’innovazione digitale ed alla loro diffusione tra la popolazione con la dovuta attenzione alle fasce d’età più sensibili (per l’esclusione o per il rischio di abuso) è necessario attivare cooperazioni con i mondi dell’istruzione, dell’assistenza sociale, dell’assistenza sanitaria, della scienza e della tecnologia, nonché con le comunità locali per condividere la qualità dell’ambiente e della vita.

Sostegno al lavoro. L’innovazione è anche trainata da singoli artisti, intellettuali, creatori e piccole realtà culturali la cui formazione di valore si basa principalmente su beni intangibili (idee originali, know-how e creatività). E’ quindi necessario promuovere una solida cooperazione territoriale ma anche nazionale e transfrontaliera con Euregio e altre realtà regionali a supporto dei professionisti creativi e della cultura che tendono ad avere carriere basate sulla realizzazione di progetti con elevato grado di mobilità, a fronte di un reddito irregolare e imprevedibile.

Parità di genere, pilastro della diversità culturale. Il paradosso sta nel fatto che la cultura svolge un ruolo chiave nel contrastare gli stereotipi e nel promuovere i cambiamenti sociali, e ciononostante anche nell’ambito della cultura permane il divario di genere in quasi tutti i settori creativi e culturali. Le artiste e professioniste della cultura hanno un accesso più limitato alle risorse creative e produttive, sono generalmente pagate molto meno degli uomini e oltre ad essere sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali e nelle altre posizioni decisionali. Urgono misure di sensibilizzazione e attivazione di buone pratiche

Relazioni culturali aperte. Partendo dal presupposto che la cultura è un valore in sé, è importante rafforzare la consapevolezza del ruolo vitale della cultura e dei suoi effetti socioeconomici a tutti i livelli e promuovere ed incoraggiare i contatti interpersonali e promuovere il dialogo interculturale.

 

 

Il coraggio di investire sulla scuola.

Campobase ha un’idea di scuola protagonista del cambiamento, perno della formazione delle nuove generazioni. Bisogna avere il coraggio di sperimentare nuove forme di formazione, più flessibili, con percorsi a diverse intensità e con docenti ben preparati, motivati e riconosciuti.

La scuola deve promuovere lo sviluppo sociale in ogni suo ordine e grado con percorsi di formazione flessibile, individualizzata, inclusiva che dia a tutti opportunità di raggiungere competenze adatte ad interpretare la nuova complessità, formare cittadini consapevoli e lavoratori preparati.

L’inclusione garantita e potenziata non deve incidere sul merito, anzi lo promuove perché offre opportunità a tutti. I meritevoli hanno il diritto ad avere una scuola che funziona e che stimola a raggiungere il meglio per sè (Art 34 della Costituzione).

La Ricerca e la Sperimentazione fanno da sempre parte delle opportunità che l’Autonomia offre al nostro sistema scolastico e diventano determinanti per interpretare le esigenze formative di un territorio che necessita dell’energia e dell’imprenditorialità delle nuove generazioni. Va attuata una stretta collaborazione degli insegnanti con l’Università e la ricerca per mantenere alta la potenzialità dell’innovazione didattica e farla arrivare in tutto il territorio trentino.

Una scuola che sia di vantaggio a tutta la comunità richiede personale qualificato, giustamente gratificato a fronte di una forte motivazione. Per raggiungere questo obiettivo, è urgente ridare valore sociale alla professione dell’insegnante.

La scuola di qualità che vogliamo promuovere è stimolo ai suoi docenti per fare meglio e garanzia ai suoi studenti di costruirsi un futuro di soddisfazione.

Gli insegnanti siano valorizzati, perciò, nella loro professione con possibilità di carriera e aumento stipendiale in base alla qualità. L’accesso alla carriera segua un percorso fortemente qualificante con obbligo di formazione pedagogica continua (ben oltre le 10 ore annuali ad oggi richieste).

 

Questa nostra idea di scuola deve prevedere:

 

  • un protocollo verticale per l’orientamento che coinvolga ogni studente fin dalla scuola elementare nel processo di conoscenza di sé per aiutarlo a scegliere un percorso formativo adatto;
  • una Certificazione delle competenze a fine scuola secondaria superiore spendibile ovunque;
  • la possibilità di articolazione delle classi in percorsi a diverse intensità per portare tutti al successo formativo, per assorbire completamente l’abbandono scolastico, per dare giusto supporto ai meritevoli (flessibilità e individualizzazione dell’apprendimento);
  • una formazione di qualità in tedesco e in inglese lungo tutti i gradi di scuola per essere competitivi in Europa e per essere territorio attrattivo per la Ricerca avanzata;
  • scuole come spazi sempre aperti per formazione continua ed individualizzata;
  • una particolare attenzione ai più piccoli: va mantenuta salda l’identità pedagogico-formativa della scuola dell’infanzia. A riguardo andranno studiate, in collaborazione con i diversi attori di comunità, nuove forme di conciliazione per supportare le famiglie nel periodo estivo proponendo attività progettate e monitorate su tutto il territorio provinciale, accessibili a tutti i bambini in quella fascia di età.

 

 

La Ricerca

Quello della ricerca è un ambito per definizione internazionale: i gruppi di ricerca sono composti da ricercatori di diversi paesi, i finanziamenti principali alla ricerca provengono per lo più da fonti internazionali (come l’UE), i problemi che la ricerca affronta trascendono in molti casi le singole specificità locali. Per il Trentino questa non è una sfida da poco: il Trentino rimane un territorio piccolo, seppur dotato di centri di ricerca che, fino ad oggi, hanno dimostrato di essere competitivi anche rispetto a quelli di realtà più grandi. In ogni caso, il Trentino paga una certa marginalità geografica e infrastrutturale (per esempio in fatto di collegamenti con altri paesi europei). Di conseguenza, per i centri trentini della ricerca non è scontato né poter diventare uno dei nodi importanti della rete della ricerca globale, sempre più connessa, né poter contare su una posizione di rendita.

 

Per fare del Trentino un luogo privilegiato della ricerca, occorrono alcune condizioni essenziali.

  1. Definire una strategia chiara e di lungo periodo, nella consapevolezza che la ricerca richiede investimenti costanti nel tempo: i gruppi di ricerca competitivi non si creano nel breve tempo e, una volta creati, rimangono “precari”: i migliori ricercatori che li animano sono sempre “sul mercato”. Allo stesso tempo, la reputazione internazionale va prima costruita e poi conservata attraverso sempre nuovi investimenti che consentano di rimanere attrattivi in un contesto aperto e fortemente competitivo. Si propone di riprendere (adattandolo al nuovo contesto nazionale e internazionale) il percorso che ha permesso al Trentino di costruire un sistema integrato della ricerca di rilevanza internazionale. I tasselli della strategia della ricerca proposta sono: una relazione osmotica tra ricerca e impresa resa possibile dal sostegno a start-up e a nuove imprese e ricercatori impegnati in ambiti fortemente innovativi (per esempio anche attraverso l’offerta di incentivi fiscali); la creazione di partnership pubblico-privato che consentano di conciliare gli interessi del privato con la definizione e il controllo degli obiettivi da raggiungere nell’interesse pubblico; l’attrazione di talenti dall’Italia e dall’estero attraverso iniziative che possano rendere il Trentino competitivamente vantaggioso (per esempio attraverso il cofinanziamento di progetti particolarmente meritevoli).

 

  1. Identificare delle linee di sviluppo prioritarie per il Trentino, in linea con le grandi strategie internazionali e su temi rilevanti considerate le caratteristiche fisiche e vocazionali del territorio. Identifichiamo come prioritari, tra gli altri, i settori ambientale e della sostenibilità, dell’agricoltura, della biodiversità, delle energie rinnovabili, della digitalizzazione. Una attenzione particolare sarà anche rivolta all’ambito della ricerca e formazione in ambito medico e sanitario. Intendiamo sostenere con politiche attive la ricerca negli ambiti tematici definiti come cruciali dalle organizzazioni internazionali e dagli attori del territorio.

 

  1. Costruire un ecosistema della ricerca che consenta a tutte le istituzioni della ricerca e della formazione di dialogare su un piano di parità e di integrare le proprie attività in ambiti ritenuti strategici. L’ecosistema trentino della ricerca e della formazione deve essere strutturato su tre livelli:
  • locale: istituzioni politiche (PAT, ma anche comuni), imprese, UniTrento, FBK, Fondazione Mach, HIT e Trentino sviluppo;
  • euroregionale: coordinamento su iniziative ambiziose ma che, per loro natura, richiedono ambiti territoriali ampi, come la Scuola di medicina;
  • internazionale: stretta connessione con i programmi europei della ricerca, ma anche con centri di ricerca extra-europei.

 

  1. Creare le condizioni per la riproducibilità delle parti dell’ecosistema della ricerca e prestare attenzione agli equilibri che ne garantiscano la sostenibilità. Ciò è possibile adottando, in prima battuta, strumenti che consentano di comunicare i risultati della ricerca e di valutare l’impatto degli investimenti compiuti. Tuttavia, la riproducibilità è altresì evidente come occorra anche rilanciare un piano di investimenti infrastrutturali che permettano a Trento di diventare attrattivo per i ricercatori e gli studenti. Il piano degli investimenti non deve riguardare solo le strutture della ricerca e della didattica, ma anche le infrastrutture che consentano ai ricercatori di conciliare le scelte lavorative con quelle familiari. L’attrazione di giovani talenti deve essere un elemento caratterizzante la strategia trentina nell’ambito della ricerca, per esempio attraverso il sostegno ai programmi di dottorato in ambiti fortemente innovativi.

 

  1. Non abbandonare a loro stesse le aree di ricerca che, seppur apparentemente non prioritarie, svolgono comunque una funzione essenziale nella crescita culturale e sociale del territorio. L’innovazione tecnologica, infatti, ha bisogno di essere accompagnata da innovazione sociale e culturale. Per questo motivo, si propone la creazione di un centro studi multidisciplinare che consenta di identificare (attraverso il dialogo tra i vari attori pubblici e privati) le sfide più rilevanti che la società contemporanea deve affrontare, immaginare le possibili soluzioni e promuovere iniziative nell’ambito della formazione di personale qualificato.