Il Trentino come laboratorio per i giovani ed un’effettiva parità di genere.

I giovani

Accanto ai consolidati problemi che da anni caratterizzano le dinamiche del lavoro nella realtà trentina, si sono aggiunti quelli provocati dall’esplosione della pandemia prima e dagli effetti del conflitto in Ucraina poi con un impatto profondo sulle tensioni quantitative e qualitative del mercato del lavoro. In questo quadro, di per sé estremamente problematico, i più colpiti, anche in Trentino, sono i giovani e le donne che faticano a trovare un’occupazione adeguata. A questo riguardo l’Autonomia speciale, per esprimere al meglio le proprie potenzialità istituzionali e sociali, deve ritrovare la sua capacità di essere laboratorio di innovazione e di soluzioni avanzate in grado di gestire strumenti di politica del lavoro per i giovani e per le donne ad ampio raggio, mettendo in atto strumenti nuovi, più adatti a rispondere ad una situazione economico-sociale, ma anche tecnologica, in profonda e rapida evoluzione.

In altri termini, si ritiene prioritario e urgente attivarsi per:

  1. favorire interventi di Sistema in grado di promuovere il lavoro rendendo più accessibili professioni a medio-alta qualificazione e garantendo un salario minimo adeguato che favorisca la scelta di rimanere a lavorare sul territorio e/o di rientrare dopo un periodo all’estero; i giovani laureati devono poter trovare “interessante” anche dal punto di vista economico rimanere a lavorare in Provincia: i nostri talenti vanno valorizzati e supportati fornendo loro opportunità di carriera e di formazione continua all’avanguardia, vanno responsabilizzati sulla presa in carico di responsabilità sul futuro della società in cui vivono;
  2. supportare chi è in situazione di bisogno: accompagnare chi è particolarmente esposto al rischio di disoccupazione, o di sottoccupazione, rendendo più efficiente e fluido il rapporto domanda offerta;
  3. mettere a punto strumenti di natura formativa, esperienziale e psico-sociale in grado di rafforzare nei giovani il senso di sé e il valore del loro presente; risulta infatti poco credibile, soprattutto agli occhi di chi vive in prima persona la precarietà e l’incertezza, motivare al futuro senza un presente adeguato su cui appoggiare un progetto di vita;
  4. adeguare la formazione con offerte specifiche, mirate ad avvicinare e potenziare il rapporto tra scuola e lavoro: ad esempio il Fondo di solidarietà del Trentino, che eroga contributi a copertura del costo del lavoro per periodi di riqualificazione e formazione professionale, anche quando si tratta di formazione interna; a questo proposito è necessario rendere ancora più semplice per le imprese – anche piccole – l’accesso al sistema dei contributi previsti dal Fondo stesso, le alleanze strategiche per la formazione continua e il sistema di certificazione delle competenze. Particolare valorizzazione dovrà essere riservata alle offerte formative professionalizzanti, specialmente in campi tecnologicamente avanzati.

Le donne.

Campobase nel suo appello “Per un nuovo progetto di sviluppo del Trentino” ha messo le donne al centro della forza del cambiamento come risorsa fondamentale:

 

  1. è indispensabile ripensare un nuovo modello di sviluppo sociale che deve prevedere un più forte coinvolgimento diretto delle donne anche nelle funzioni dirigenziali, di alta responsabilità e in politica;
  2. è cruciale adottare misure che assicurino un pari trattamento tra donne e uomini e un maggiore inserimento di donne nelle posizioni di leadership. L’innovazione nasce anche dal poter disporre di una diversità di genere nei vertici istituzionali, manageriali, dirigenziali. Va innanzitutto favorita la formazione delle donne in ambiti anche tecnici, vanno modificati i percorsi di selezione e di promozione per assicurare percorsi di carriera alle donne che non siano ostacolati da pregiudizi; va riservata sempre maggiore attenzione alle azioni di sistema che possono innalzare il tasso di occupabilità femminile. Il terreno su cui è però necessario seminare di più è quello della cultura collettiva, che vede, ancora, un forte divario tra le responsabilità maschili e femminili in tutti gli ambiti della vita: personale, familiare e lavorativo;
  3. va data particolare attenzione alla conciliazione del lavoro con le attività di cura che ancora sono appannaggio pressoché esclusivo delle donne;
  4. vanno potenziati e resi gratuiti gli asili nido su tutto il territorio provinciale;
  5. vanno studiate nuove forme di educazione e comunicazione al rispetto delle donne in tutti gli ambiti della società per promuovere uno sviluppo sociale finalmente più equo a tutti i livelli.