Il Trentino e l’Alto Adige/Südtirol: un’alleanza strategica per l’autonomia speciale.

Trento e Bolzano sono due Comunità Autonome diverse, ma inscindibilmente intrecciate.

Più il Trentino guarda altrove, più corre il rischio di una insidiosa perdita della sua peculiarità e di una progressiva omologazione ai modelli culturali, economici, sociali e politici delle grandi pianure e dei sistemi a base metropolitana.

La Storia sta a dimostrare che solamente assieme le due Comunità possono garantire la propria Autonomia ed affrontare proficuamente le sfide che si trovano ad affrontare. Esse sono ancora, pur nella loro diversità, un lembo di “Terre Alte” di cultura alpina e mitteleuropea, dentro uno Stato Nazionale che si è costituito attorno ad altre concezioni istituzionali, a matrice essenzialmente centralista.

In forza di questa storia comune, i trentini non possono assistere senza reagire alla sostanziale deriva di questi anni, che sta banalizzando un rapporto che invece è vitale, strategico e coessenziale all’’Autonomia.

 

Prospettive di impegno.

  1. Promuovere uno sforzo corale delle espressioni civili, sociali, culturali e scientifiche per rafforzare e innovare il “comune sentire” tra Trento e Bolzano.
  1. Riconfermare il comune principio della “unicità” dello Statuto di Autonomia derivante – con le sue evoluzioni – dall’Accordo di Parigi. In tale quadro, aprire una discussione seria, innovativa e lungimirante sulla Regione. Essa ha perduto il suo ruolo tradizionale di Ente Generale di Governo con la svolta del Secondo Statuto. Non è dunque con nostalgie fuori dalla storia che possiamo ritrovare un “senso” a questa comune Istituzione. Lo sforzo innovativo e di “fantasia istituzionale” (quello sforzo che i Padri Fondatori misero in campo nel loro tempo) ci deve portare a definire per la Regione un nuovo profilo ed un nuovo assetto, utile alla sistematica condivisione delle due “sovranità autonomistiche” costituite ormai irreversibilmente dalle due Province Autonome, anche nella prospettiva di una Euroregione dotata di una più forte caratura istituzionale e di poteri amministrativi propri.
  1. Coltivare rapporti “condivisi ed unitari” con il Governo Nazionale, anche con la valorizzazione della Delegazione Parlamentare Regionale ed in particolare del Gruppo per le Autonomie del Senato. Si è aperta una stagione ad alta criticità per le nostre “Autonomie Specialissime”. Da un lato il progetto di Autonomia Differenziata per le Regioni Ordinarie e, dall’altro, il disegno     di    rafforzamento     dei    poteri    dello    Stato (ad iniziare con l’ipotesi del Presidenzialismo) richiedono attenzione e vigilanza comune e solidale da parte di Trento e Bolzano.

Occorre rilanciare da subito lo strumento delle Norme di Attuazione (negli ultimi anni purtroppo quasi inapplicato) e lavorare ad un primo pacchetto di adeguamento dello Statuto volto alla riqualificazione delle nostre competenze, erose di fatto dalla recente giurisprudenza costituzionale in alcuni fondamentali campi di attività riferiti alle “competenze trasversali”.

  1. Lavorare, in questa cornice strategica, a riallacciare la trama di un tessuto sociale ed economico di maggiore integrazione cooperativa fra Trento e Bolzano.

Negli ultimi anni si è proceduto in senso contrario. Nessuna delle sfide di sistema sono supportate da iniziative condivise.

La cooperazione tra imprese, realtà finanziarie, istituti formativi e della ricerca scientifica, sistemi sanitari è ormai ai minimi termini ed anzi spesso connotata da contrapposizioni senza senso.

Occorre lavorare invece ad una “piattaforma” comune in questi ed altri campi, che costituiscono terreni fondamentali per la nostra capacità di rapportarci ai processi di transizione in atto.