Campobase ha presentato la sua lista per le elezioni del prossimo 22 ottobre.
Parte così la fase più diretta della campagna elettorale del Partito, in piena sintonia con Alleanza Democratica ed Autonomista a sostegno di Francesco Valduga Presidente.
Ma la campagna elettorale non può essere fatta di slogan vuoti, di polemiche e di promesse vane. Deve essere un momento vero e serio di democrazia e di verità.
Campobase ha perciò avvertito la necessità di chiedere il contributo di un gruppo di personalità qualificate e competenti, esterne alla struttura di Partito, perché ritiene che il 22 ottobre non sarà solo una competizione tra sigle politiche.
Sarà anche un passaggio nel quale il Trentino dovrà scegliere tra la continuità di un declino da un lato e la prospettiva di una ripresa del “senso dell’Autonomia” dall’altro.
Per questo, l’iniziativa di Campobase sarà supportata – in vista del voto e dopo il voto – da un gruppo di pensiero e di stimolo programmatico, composto da personalità esterne ma solidali con il progetto politico che Campobase vuole rappresentare.
La Preside Maria Prodi ne sarà la coordinatrice. Il gruppo è inoltre composto da Paola Dal Sasso (vice Presidente della Federazione Trentina della Cooperazione); Serenella Cipriani (già Presidente di Consolida): Gianfranco Postal (massimo esperto di questioni istituzionali dell’Autonomia); Gianni Bonvicini (consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali di Roma); Marco Brunazzo (professore ordinario presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Ateneo di Trento).
Lo spirito di questa iniziativa di Campobase è stato bene riassunto da Maria Prodi nel suo intervento al Meeting di Campobase, svoltosi a Caldonazzo domenica scorsa.
“Autonomia è preparare un futuro migliore di quello che abbiamo ricevuto in dono dai nostri padri per le ragazze e i ragazzi di oggi – ha detto – e per questo dobbiamo investire di più sulla cultura, sulla scuola, sulla innovazione. Il Trentino lo ha fatto in passato in maniera eccellente. Oggi pare un po’ distratto. Dobbiamo tornare a percorrere questa strada. L’unica che può evitare al Trentino il rischio di una nuova marginalità”.