È notizia di pochi giorni fa l’abrogazione del cosiddetto “ius soli sportivo”. Tale norma, entrata in vigore nel 2016, prevedeva che i minori di 18 anni che avessero voluto tesserarsi per una società sportiva lo potessero fare al pari dei cittadini italiani pur se privi di cittadinanza, se residenti nel nostro paese. Lo sport decide così di mettere una pezza sulla mancanza legislativa che prevederebbe l’ottenimento alla nascita della cittadinanza per figli e figlie nati in Italia da genitori stranieri ma che ancora sembra ben lontana dall’essere attuata. Questi minori devono infatti aspettare fino al 18° anno di età. Lo sport si fa carico di ciò e con maggiore lungimiranza e pragmatismo rispetto alle leggi nazionali capisce ed è cosciente che ragazzi e ragazze non possono ovviamente aspettare la maggiore età per cominciare la loro attività sportiva e cerca in un qual senso di inserirsi in un sistema che non esiste. L’abrogazione dello ius soli sportivo è avvenuta circa una decina di giorni fa, proprio contestualmente alle iscrizioni al nuovo campionato. L’iter per l’iscrizione si è modificato e prevede per i nuovi tesserati la richiesta di dimostrazione di frequentazione della scuola in Italia nei 12 mesi precedenti; non è, sia ben chiaro, una cosa impossibile ma il problema è che ci si deve iscrivere attraverso un portale il quale blocca l’iter appena risulta un documento mancante o una svista.

Fatto sta che la società “Progetto Aurora” di Reggio Emilia non è riuscita ad iscrivere 8 dei 15 ragazzi al campionato regionale giovanile. Il portale segnalava che in presenza di nuove norme servivano altri documenti e così i nuovi iscritti sono stati bloccati vista la complicazione burocratica.

Non dimentichiamo che nel mese di settembre, lo sport è entrato nei valori della nostra costituzione! 

La speranza per la società è quella della proroga per la presentazione dei documenti richiesti perché se così non fosse non potrebbe partecipare al campionato e soprattutto falcerebbe a questi ragazzini la possibilità di esercitare il loro diritto “…a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” come sancisce l’articolo 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata anche dall’Italia il 27 maggio 1991.

Si aprono qui varie strade di discussione.

Innanzitutto l’alienazione in cui ci si trova quando è uno schermo a decidere le sorti di giovani e giovanissimi che avrebbero tutto il diritto di far correre le loro gambe e partecipare ad attività che vengono sempre affiancate dai termini “inclusione”, “comunità”, “tolleranza”, ecc…tali valori vengono forse decretati da algoritmi e spazi precompilati da riempire?

Questione più grande, il dibattito sullo ius soli che sembra un’argomentazione uscita dall’opinione pubblica e che questa volta lo sport ha reso così evidente in maniera per nulla ideologica e/o di parte.

Le parole “sport” e “libertà” dovrebbero andare di pari passo e non percorrere binari paralleli. L’attività fisica deve poter essere esercitata a prescindere dalle possibilità di risorse proprie e della propria famiglia, dal contesto sociale in cui si cresce, dal proprio genere e dai pezzi di carta che troppo spesso ci identificano prima ancora della nostra stessa persona e delle nostre capacità tanto mentali quanto fisiche e caratteriali. Vorremmo una lettura dello sport che metta al centro l’accessibilità e che possa sorpassare le barriere della burocrazia, della disabilità e delle difficoltà economiche. 

Avremo la possibilità di dialogare di questo ed altro domani pomeriggio 6 ottobre alle ore 17:30 presso il Centro Sportivo Don Onorio Spada insieme a Francesco Rigitano (fondatore della Associazione don Milani e presidente della Scuola Etica è Libera di Educazione allo Sport di Gioiosa Ionica, Reggio Calabria) e Giorgio Torgler (già Presidente del CONI Trentino). Arriverà anche il messaggio di Giuseppe Falco, mister della giovanile calcio di Caivano (Napoli).

Presentano e moderano l’evento Anastasia Facchinelli, Davide Demozzi e Silvia Orri, candidati giovani di Campobase per le prossime elezioni provinciali all’interno dell’alleanza per Valduga Presidente.

Togliamo dalla patina degli slogan anche lo sport e cerchiamo di capire qual è la vera corsa ad ostacoli che troppi bambini e bambine, ragazzi e ragazze devono percorrere per riuscire a sentirsi veramente parte di una squadra; non solo la squadra sportiva ma quella della comunità che li circonda.

Davide Demozzi

Anastasia Facchinelli

Silvia Orri

Candidati/e giovani Campobase